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mercoledì 5 settembre 2007

Tesoro da 500.000 dobloni

WASHINGTON - Il veliero sarebbe di chiara epoca coloniale e sarebbe adagiato sul fondo dell'oceano Atlantico, in un punto che gli "esploratori di profondità marine" della Odyssey Marine Exploration di Tampa, in Florida, mantengono volutamente imprecisato. Ma era lì, nelle sue malandate stive, che questa nave naufragata nel 17esimo secolo conteneva il più inestimabile tesoro sommerso mai scoperto fino ad oggi: 17 tonnellate di pezzi d'oro e d'argento, 500 mila dobloni. Valore stimato, "cinquecento milioni di dollari, almeno", stando a quanto sostengono gli scopritori. A dare la notizia della clamorosa scoperta è stato il responsabile della Odyssey, Gregg Stemm, il quale ha dichiarato che il tesoro "è stato interamente recuperato" e che un aereo con centinaia di contenitori in plastica è già atterrato in un punto imprecisato del territorio degli Stati Uniti. In quei contenitori di plastica, oltre cinquecentomila pezzi d'oro e argento. Dobloni autentici. In verità quei dobloni nella loro totalità nessuno li ha mai visti. Tuttavia un esperto in numismatica, Nick Bruyer, ha dichiarato di averne esaminati alcuni e di non avere dubbi sulla loro autenticità: "Per questa epoca coloniale direi che siamo di fronte a una scoperta senza precedenti. Non sono a conoscenza di qualcosa neppure lontanamente paragonabile". La Odissey evidentemente si guarda bene dal rivelare dove il veliero sia naufragato, nè tantomeno di dire dove siano custoditi i preziosi dobloni. Il responsabile degli 'esploratori delle profondita' marine si è limitato a far sapere che sull'argomento sarà presto diffusa una dichiarazione ufficiale.

Ha aggiunto solo che l'intera operazione è denominata "Cigno Nero" e che il veliero sarebbe naufragato in una zona in cui molte altre imbarcazioni di quel periodo colarono a picco, in un punto "al di là di ogni limite per quanto riguarda acque territoriali o giurisdizioni varie". Sul vascello fantasma per ora è mistero. Si sa solo che l'operazione 'Cigno Nero' prenderebbe il nome dal simbolo di uno dei dobloni recuperati, che recherebbe appunto l'immagine incisa di un cigno nero. Un dato certo però c'è: un legale della Odyssey Marine Exploration nell'autunno scorso aveva presentato a un giudice federale questa richiesta formale: "la Odyssey ha trovato i resti di un vascello del 17/mo secolo con un prezioso carico a bordo, naufragato 40 miglia al largo della punta sud occidentale dell'Inghilterra. Ne chiediamo l'utilizzo dei diritti". Il giudice aveva firmato un'ordinanza assicurando che i diritti relativi a quel ritrovamento sarebbero stati garantiti. Quanto all'autenticità della scoperta, il numismatico che finora si è esposto al riguardo, Nick Bruyer, ha detto di aver osservato molti pezzi e di aver verificato che "sono meglio conservati di altri ritrovamenti precedenti". La più importante scoperta di questo tipo risale al 1985, quando un ricercatore americano considerato una sorta di pioniere in questo genere di attività, Mel Fisher, trovò nelle acque al largo della Florida i resti del galeone spagnolo "Nuestra Senora de Atocha", naufragato nel 1622. Quella scoperta fruttò a Fisher 400 milioni di dollari. Gli storici credono tuttavia che continui a giacere sul fondo degli oceani (si presume al largo di Gibilterra) il veliero più prezioso, 'Her Majesty Sussex': trasportava le nove tonnellate di pezzi d'oro necessarie per comprare il 'Duca di Savoia'. Naufragò nel 1694. Non è mai stato ritrovato. (19 maggio 2007)

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