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martedì 27 ottobre 2009

Elenco siti che trattano su tesori sommersi

Di seguito un elenco di siti che trattano di tesori sommersi e non

L’archeologo francese Franck Goddio (www.franckgoddio.org), oltre a riportare alla luce la nave ammiraglia Orient su cui veleggiava Napoleone, ha recuperato al largo di Alessandria d’Egitto statue monumentali, monete e oggetti artistici del VII secolo avanti Cristo, oggi in mostra al Gr

Più fiabesca la vicenda di Mel Fisher il famoso cacciatore di tesori
http://www.melfisher.com/


Per chi vuole andare a colpo sicuro, senza investire troppo tempo nella ricerca, c’è sempre il Cratere dei Diamanti (www.craterofdiamondsstatepark.com). Si tratta di un parco statale situato nello Stato americano dell’Arkansas: è l’unico giacimento di pietre preziose aperto al pubblico e di libero scavo. Chiunque può entrare, mettersi a cercare e tenere ciò che trova. L’ultimo ritrovamento è dell’ottobre scorso: il cercatore Bob Wehle si è portato a casa un diamante di 5,47 carati.


Con l’ausilio di tecnologie modernissime e dai costi miliardari, Ballard ha esplorato anche il relitto della corazzata tedesca Bismarck affondata nel 1941, del transatlantico Lusitania silurato nel 1915 e ha individuato al largo di Israele due navi fenicie vecchie di 2.500 anni. INFO: http://literati.net/Ballard

giovedì 15 ottobre 2009

Italia Terra di Tesori

Pare che l’Italia pulluli di tesori nascosti; in Piemonte, ad esempio, e precisamente a Belveglio (Asti), sotto il castello Belvedere che anticamente aveva l’allegro nome di Malamorte, esiste un dedalo di gallerie, anfratti, grotte dove si cela un ricchissimo tesoro composto da monete e gemme preziose.
Nelle vicinanze di Villar Perosa invece c’è il “Roccio d’la Fantina”, un masso su cui qualcuno ha tracciato con la calce dei misteriosi segni, quasi una mappa: dicono che chi riuscirà a decifrarli troverà tutti i tesori nascosti nella vallata.
Per scoprire quelli anfrattati nei territori marchigiani bisogna munirsi di una “palla simpatica”, una sfera di legno alla quale è legata, con un rametto di faggio, una calamita; ad ogni modo molti oggetti preziosi sembra siano sepolti sotto le rovine del castello posto sul Colle di Santa Colomba vicino a Pergola, mentre nelle viscere del monte San Cristoforo è nascosto un telaio tutto d’oro.
Nella lombarda Trezzo sull’Adda, sotto i ruderi del castello, dicono che vi siano ancora pezzi dimenticati del tesoro del Barbarossa, arraffato dai milanesi dell’epoca.
Altre ricchezze stanno nei fondi dei castelli di Urgnano e di Pandino; visto che l’unione fa la forza anni fa, a Treviglio, un gruppo di speranzosi amici fondò l’”Associazione Anonima Tesori” con tanto di sedi (via Adua 1 e via Terraccio 1), regolamento e carta intestata: purtroppo il sodalizio si sciolse dopo varie infruttuose esplorazioni dei succitati sotterranei.
A Gaeta, vicino al promontorio detto La Nave, c’è un buco nella roccia chiamato Pozzo del Diavolo dal quale esce uno stranissimo rumore prodotto dalle onde che si rifrangono sul fondo: dicono che lì si trovino anfore zeppe di preziosi d’altissimo valore.
A Cosenza, nel fiume Busento, insieme a Re Alarico sono sepolte le sue ricchezze e a Longobuco, poco dopo il ponte sul Trionfo, ci si imbatte in una grossa roccia chiamata “la Gnazzita”; basta sollevarla per trovare sotto di essa una chioccia d’oro attorniata da tanti pulcini d’oro anch’essi.Per la cronaca, la chioccia d’oro coi pulcini o le uova era una tipica opera d’arte d’epoca bizantina, una specie di divinità casalinga che simboleggiava la famiglia e la relativa protezione matriarcale.Quasi tutte le dame nobili ne avevano una, più o meno grande a seconda della ricchezza familiare; e di tesori leggendari che citano chiocce d’oro ce ne sono molti sparsi in tutta Italia: basta cercarli.
Infine è interessante sapere che nel 492 d.C. gli abitanti di Aquileia, assediati dalle truppe di Attila, decisero di abbandonare la città; ma prima scavarono un profondo pozzo, vi nascosero tutte le loro ricchezze e lo riempirono di terra.
Però nessuno fu poi in grado di ritrovarlo e, sino ai primi del 1900, nei contratti di vendita dei terreni vi era inclusa una clausola tramite la quale il venditore si riservava, in caso fosse stato localizzato, l’esclusiva proprietà del pozzo e del suo contenuto: ma ancora oggi è sempre lì, che aspetta paziente di essere scoperto.

Autore Mitì Vigliero

Addio al Tesoro di Topliz

Addio al tesoro di Toplitz
Il lago austriaco di Toplitz, dove da anni si svolge una vera e propria caccia al tesoro... dei nazisti. Dal dopoguerra nel lago di Toplitz, situato sulle Alpi austriache, si cerca un misterioso tesoro, che sarebbe stato nascosto dai nazisti. Ma fra poco le ricerche saranno proibite. (F.D. 12 ottobre 2009)Stop alle ricerche nel lago Toplitz, il luogo dove i nazisti avrebbero nascosto un tesoro alla fine della seconda guerra mondiale. Il Bundesforste, l'ente austriaco di protezione delle foreste, ha intenzione di vietare le immersioni esplorative. Il mistero. Le leggende sul tesoro di Toplitz si sono diffuse a partire dall'aprile 1945, quando alcuni abitanti della zona furono costretti da un plotone nazista a trasportare varie casse sulle sponde del lago, casse che vennero poi gettate nelle acque. Sul contenuto del misterioso carico molto si è speculato, fra le ipotesi: documenti segreti, oro razziato in mezza Europa, opere d'arte e addirittura la camera d'ambra di San Pietroburgo, smantellata dai tedeschi e poi scomparsa. Ma in realtà i numerosi tentativi per recuperare il tesoro hanno portato in superficie solo sterline false, che furono stampate dai nazisti come estremo tentativo per ribaltare le sorti della guerra. Hitler infatti intendeva minare le economie inglesi e statunitensi inondandole di denaro contraffatto. Il lago. Il nuovo divieto alle ricerche è motivato dai danni che si potrebbero arrecare all'ecosistema e dalla pericolosità delle spedizioni di ricerca subacquea. Il lago, infatti, è infido, è profondo 100 metri ma già sotto i 20 metri non c'è più ossigeno né tracce di vita. Sul fondale inoltre ci sono numerosi tronchi morti nei quali i sub, spesso non autorizzati, rischiano di rimanere impigliati. E in passato alcune immersioni fai-da-te si sono concluse in tragedia. Il Bundesforste ha però lasciato una possibilità agli aspiranti Indiana Jones subacquei: ha messo in vendita la licenza per un'ultima spedizione volta a mappare il fondale e dimostrare definitivamente che non esiste alcun favoloso tesoro.