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martedì 27 novembre 2012

Sotto il pavimento trovano un tesoro

2 tecnici trovano un tesoro mentre stanno installando un impianto di riscaldamento in una casa a Sacramento, California. Sotto il pavimento, hanno scoperto vasetti riempito fino al bordo d'oro. 12 vasetti in totale per un valore stimato di 300.000 dollari. Nessuno sa la provenienza della polvere d'oro , come sia finito sotto il pavimento o chi lo ha nascosto lì.
Dell'installazione se ne occupata la società Clarke & Rush, non è la prima volta che i suoi tecnici trovare l'oro durante l'installazione di sistemi HVAC. Nel 1980 alcuni dei tecnici della società ha trovato monete d'oro nascosti nelle pareti, mentre stavano installando dei condizionatore d'aria in una casa.

I gioioelli del Titanic in mostra ad Atlanta

La straordinaria collezione di gioielli contenuta in una una borsa di pelle recuperata nel 1987 nella stiva del transatlantico affondato nell'aprile del 1912 sarà messa in mostra itinerante. Tra gli oggetti esposti anelli con diamanti, spille, collane, gemelli e un orologio da tasca d'oro. Prima tappa alla Atlantic Station gallery di Atlanta, Georgia, dove i gioielli saranno esposti per due mesi. In seguito la mostra si sposterà a Orlando, Florida, e Las Vegas, Nevada

Trovato un antico sigillo di un vescovo

Un sigillo di un Vescovo del 14 ° secolo è sato scoperto da appassionati metal detector è in mostra al Museo di Manx. Il sigillo d'argento, che è stato scoperto da Andy Falconer, è descritto dagli storici a Manx National Heritage (MNH) come "incredibilmente importante". La scoperta è stata fatta in un campo nel nord dell'isola nel mese di febbraio.
Falconer ha detto: "Ho trovato qualche moneta nel corso degli anni, ma questo è di gran lunga la mia scoperta più importante. Il sigillo è circa tre centimetri di lunghezza, in argento, e mostra due figure sedute rivolto verso l'esterno e un terzo inginocchiato in preghiera. Intorno al bordo vi è una scritta in latino, che si traduce come "Lasciate che le preghiere a Dio di Germano e Patrizio ci aiutano".

martedì 20 novembre 2012

I piu' grandi tesori della storia:Il tesoro di Hoxne

Di Caterina Visco: Peter Whatling non riusciva a trovare il suo martello da nessuna parte. Di sicuro, in casa non c’era. Peter era quasi convinto di averlo perso mentre lavorava nei campi, ma per ritrovarlo sarebbe stato necessario il cerca-metalli del suo amico Eric Lawes. Per fortuna Eric non si fece pregare, e la mattina del 16 novembre 1992 i due cominciarono a perlustrare palmo a palmo il terreno coltivato che si trovava a un paio di chilometri a Sud del villaggio di Hoxne nel Suffolk (Gran Bretagna). Non ci volle molto perché il dispositivo segnalasse di aver trovato qualcosa; tuttavia, quando i due cominciarono a scavare, non trovarono il martello, ma monete d’oro, cucchiai d’argento e gioielli dentro una scatola di rovere. Avevano trovato un tesoro, quello che da allora in poi sarebbe stato chiamato Hoxne Hoard, il tesoro di Hoxne. Dopo aver estratto una manciata di reperti, Whatling e Lawes decisero di non procedere oltre con lo scavo, ma di avvertire immediatamente il padrone del terreno (Peter era solo un affittuario), la polizia e la Suffolk Archaelogy Society. La scelta di lasciare intatta la scena del crimine fu molto apprezzata da Jude Plouviez e dal suo team di archeologi del Suffolk County Council Archaeology Service, perché permise loro di procedere allo scavo in modo scientifico e raccogliere numerose informazioni a partire dal contenitore del tesoro e dalla posizione dei reperti nella scatola. Gli archeologi, infatti, osservarono che ogni pezzo del tesoro era accuratamente riposto dentro lo scrigno di rovere: circa cento mestoli e cucchiai d’argento uno dentro l’altro, migliaia di monete divise per tipo (oro, argento, bronzo) in cassette più piccole o in sacchetti di stoffa, cosi come i gioielli (una trentina in tutto). Oltre a queste cose vi erano anche alcuni utensili da toletta, bricchi e vasi d’argento e quattro pepaiole sempre d’argento, tutto risalente al IV- V secolo d.C. La mancanza di alcuni oggetti, come altre posate o vassoi, portò però gli archeologi a ipotizzare che quella ritrovata fosse solo una parte del patrimonio di una famiglia ricca, nascosta probabilmente con l’intento di recuperarla in un secondo momento. L’intero tesoro, sebbene si tratti del più grande di età tardo-romana mai rinvenuto in Gran Bretagna (e della più grande collezione di monete in oro e argento risalente a quell’epoca), venne recuperato in un solo giorno e immediatamente trasportato nei laboratori del British Museum. Qui è conservato ancora oggi, e alcuni dei pezzi più pregiati sono parte dell’esposizione permanente, insieme al martello di Peter che gli archeologi ritrovarono nei giorni successivi. In quanto scopritore del tesoro, Lawes ricevette un premio in denaro corrispondente al suo valore: 1,75 milioni di sterline (oltre due milioni di euro), che divise a metà con Whelling. Niente toccò invece al proprietario del terreno; il fatto sembrò talmente ingiusto che dopo poco tempo la legge britannica in materia di ritrovamenti cambiò: oggi la ricompensa spetta in egual misura a chi li ritrova e a chi possiede il terreno nel quale sono nascosti i tesori.

venerdì 16 novembre 2012

Trovata in un cassetto una rara moneta d'oro

Una donna che che ha rovistato un vestito del marito dentro un cassetto è stupefatta di trovarvi all'interno di una vecchia moneta del valore di £ 150.000. La vedova non aveva idea che suo marito aveva il pezzo d'oro messo da parte tra i suoi vestiti. Ha solo capito il suo vero valore, quando un esperto la identificata come una moneta "perduto" di oro sequestrati dagli inglesi da una nave del tesoro spagnolo nel 1702. La Zecca Reale ha coniato circa 20 di queste monete "Vigo" monete, dal nome della Baia di Vigo nel nord della Spagna, dove la battaglia navale ha avuto luogo. Le monete mostrano Queen Anne da un lato e il pre-unione stemma dall'altro. Solo 15 di loro in tutto il mondo sono posseduti da collezionistri privati. Il defunto marito della donna si pensa di avere ereditato la rara moneta come ha dimostrato di non avere alcun interesse per la raccolta di monete. La vedova sta vendendo il pezzo attraverso case d'asta locali Gorringes il 6 dicembre. Ha una stima pre-vendita tra £ 80.000 a £ 120.000, ma è probabile che possa valere intorno alle 150.000 sterline.

Trovato un anello Mediovale

Un cacciatore di tesori spera di aver scoperto un piccolo pezzo di storia con quello che ritiene essere un anello medievale,trovato nel Northumberland. Il Metall detectorist Jason Parkin trascorre i fine settimana perlustrando la campagna per trovare oggetti persi sepolto da secoli. E spera di aver trovato un pezzo significativo dopo aver scoperto un anello d'oro inciso in un campo vicino a Alnwick nel fine settimana. Jason, 42 anni, postino, ha detto: "Ho ricevuto un segnale e ho scavato giù con la cazzuola circa quattro centimetri e tirato su una macchia di terra poi ho visto l'oro scintillante e sapevo che era un anello. "L'ho ripulito e c'e' un fiore inciso su di esso e una scritta di quello che sembra francese. "Penso che sia del 1400 e si è avuto modo di essere appartenuto a qualcuno dalla nobiltà. La posizione che ho trovato che era tra due castelli quindi penso che potrebbe essere venuto da qualcuno che vive lì. "Sono al settimo cielo. Per avere trovato qualcosa che è stato perso per centinaia di anni e di essere la prima persona a vederlo, è incredibile. "

martedì 13 novembre 2012

Documentari su ricerche di tesori

Segnalo,anche se penso che molti di voi li hanno gia visti delle serie di documetari,in onda su vari canali sia digitali terresti che satellitari partiamo da Mud Men (Tesori nel fango)

Segue Gold Rush

American Digger

Trovati dagli archeologi in Bulgaria tesori dei traci





Antichi tesori traci risalente al tempo di Alessandro Magno sono stati rinvenuti in tombe gli archeologi ritengono che i manufatti potrebbero essere legati alla famiglia del re macedone. 
La scoperta è stata fatta nella più grande rete di tombe trace nel nord della Bulgaria incluso bardature di cavalli, una tiara con motivi di animali, quattro bracciali, anelli e bottoni d'oro risalenti al tardo aC IV e inizi del III secolo. I tesori doveva appartenere alla tribù dei Geti che era in stretto contatto con gli antichi greci. 
"Si tratta di reperti incredibili " dice il capo del team Gergova Diana.
Gergova e il suo team si aspettano di trovare molto di più nel complesso delle tomba vicino al villaggio di Sveshtari, a circa 400 km da Sofia. Le ricchezze scoperto mostrano che  il sito potrebbe essere un importante luogo di sepoltura rituale, forse legato alla sepoltura di Cothelas , ha detto Gergova, un noto ricercatore della cultura tracia con la sede a Sofia Istituto Nazionale di Archeologia. Credono anche che la tomba del sovrano Kotela Gat, potrebbe anche essere scoperto nelle vicinanze in futuro.Gergova dice che un ritrovamneto cosi inportante  trovare non è mai stato fatto prima in Bulgaria. Le autorità locali hanno predisposto che i tesori vengono portati presso il Museo Archeologico Nazionale di Sofia. 

Una delle tombe nel complesso, noto come la Tomba di Sveshtari, è incluso nella World Heritage List dell'UNESCO.

sabato 3 novembre 2012

I tesori scomparsi di russia 2

Il tesoro di Sigismondo III Il Periodo dei Torbidi è particolarmente ricco di storie di tesori sepolti sottoterra, difatti, gran parte dei tesori ritrovati in Russia risale proprio ai secoli XVI-XVII. Nel 1611 a Mosca scoppiò una rivolta contro gli invasori polacchi, che fu brutalmente repressa, e portò solamente a un ulteriore saccheggio della capitale. Non è chiaro se i polacchi volessero inviare le ricchezze sottratte a Sigismondo III o se qualcuno dei suoi subordinati avesse intenzione di usarli per governare sulla Russia. Sta di fatto che i tesori rubati sparirono ancor prima di arrivare a Smolensk. A quanto pare, esisterebbero anche delle indicazioni esatte per raggiungere il luogo di sepoltura del tesoro: i cimeli sarebbero stati sepolti a 650 metri dal sagrato di San Nicola, situato sulle rive del fiume Chvorostjanka. L'unico problema è che al giorno d’oggi nessuno sa che cosa fosse esattamente questo sagrato né tantomeno dove si trovasse con esattezza. I ricercatori concordano sul fatto che sia necessario guardare nell’area dell’attuale Mozhajsk. Che cosa cercare: monili, gioielli, oro e argento Dove cercare: nella regione di Mosca, a Mozhajsk Il tesoro di Napoleone Quando, nell’ottobre del 1812, il comandante in capo francese decise di abbandonare la capitale conquistata, le sue truppe si diressero verso la vecchia strada di Kaluga, ma i reggimenti russi si frapposero, costringendo gli ospiti indesiderati a ritirarsi lungo la vecchia strada di Smolensk. È risaputo che Napoleone fosse accompagnato da due convogli: il cosiddetto convoglio d’oro, contenente gli oggetti preziosi del Cremlino, e il convoglio di ferro, contenente una collezione di armi antiche. Lungo il tragitto, l'esercito di Napoleone in ritirata fu costretto a lasciarsi alle spalle i tesori conquistati. I cacciatori di tesori russi sostengono che l’inestimabile fortuna sia stata fatta sprofondare in uno dei laghi nella parte occidentale della regione di Smolensk. Nel corso degli anni, si sono susseguite varie missioni esplorative. Nei primi Anni ‘60, ad esempio, furono inviati diversi gruppi della Komsomol (l’Unione Comunista della Gioventù) per esplorare la regione dei laghi, ma senza produrre alcun risultato. Al giorno d’oggi, la maggior parte delle spedizioni si concentra sul lago Semlevskoe, giacché alcuni anni fa, un gruppo di geofisici osservò nelle sue acque un sospetto innalzamento dei livelli di argento e oro. Che cosa cercare: armi antiche, la croce dorata del campanile di Ivan il Terribile, lampadari d’argento, candelieri, diamanti, lingotti d'oro e monete Dove cercare: nella regione di Smolensk, nel villaggio di Semlevo e nel lago Semlevskoe La biblioteca di Ivan il Terribile La collezione leggendaria di libri e documenti di proprietà dello zar russo Ivan IV il Terribile infiamma ancora oggi le menti di decine di migliaia di cacciatori di tesori di tutto il mondo. Gli storici stimano che la biblioteca dello zar fosse immensa: 800 volumi di libri rari e preziosi, tra cui la “Storia di Roma” di Tito Livio, l’“Eneide” di Virgilio o la “Commedia” di Aristofane. Secondo gli Archivi Vaticani, già nel 1601, l’ambasciatore polacco Lew Sapieha partì per la Russia alla sua ricerca, ma la caccia alla libreria continua tutt’oggi. Secondo la leggenda, i libri della biblioteca appartenevano originariamente agli imperatori bizantini che li avevano raccolti nel corso di diversi secoli. Dopo la caduta di Costantinopoli, la biblioteca fu trasportata a Roma e dopodiché approdò a Mosca come dote della principessa bizantina Sophia Paleologa, promessa sposa di Ivan III, predecessore di Ivan il Terribile. Esistono più di sessanta versioni circa la posizione della libreria, anche se fra queste tre risultano essere le più probabili: i tunnel sotterranei della città di Vologda, la residenza settentrionale di Ivan il Terribile, il centro di Aleksandrov, così come Mosca e i suoi dintorni (il Cremlino o il sobborgo di Kolomenskoe). Che cosa cercare: 800 volumi di libri rari dell’epoca bizantina Dove cercare: Mosca, Vologda e Aleksandrov L’oro di Stenka Razin Il tesoro del capo della più grande rivolta cosacca della Russia pre-Pietro, Stepan Razin, è nascosto nelle colline vicino al villaggio di Peskovatka nell’attuale distretto di Gorodishche. Si narra che poco prima di morire, il militare cosacco avesse condotto, approfittando dell’“acqua alta”, una piccola imbarcazione, carica di oro e argento, nelle vicinanze del villaggio. Non appena le acque si ritirarono, Razin ricoprì la piccola nave con la terra. Per segnalare il posto in cui l’aveva seppellita, Razin piantò con le proprie mani, sulla collinetta da lui creata, un salice. Di lì a poco, il cosacco fu catturato dalle guardie reali e interrogato. Razin, nonostante le torture, non rivelò mai la posizione esatta del tesoro. Da allora, sia gli abitanti del luogo che i visitatori hanno scandagliato in lungo e in largo le colline che circondano il villaggio di Peskovatka, hanno abbattuto diversi salici, ma per ora non sono ancora riusciti a trovare l’albero piantato da Razin. Che cosa cercare: un mucchio di monete d'oro e d'argento del XVII secolo Dove cercare: nel villaggio di Peskovatka, nel distretto di Gorodishche, nella regione di Volgograd I cimeli della famiglia Romanov L'ultimo zar di Russia, Nikolaj Romanov, nonostante avesse abdicato al trono, era considerato l'uomo più ricco dei suoi tempi: gli fu permesso di portare con sé in esilio a Tobolsk i cimeli della famiglia. Durante la prigionia in Siberia, il regnante in rovina, forse presagendo la sua tragica fine, decise di dividere i suoi tesori in tre parti e spartirli tra le persone a lui rimaste fedeli. I cimeli furono prelevati dalla casa del governatore di Tobolsk, dove era detenuta la famiglia reale, e nascosti in un posto sicuro. Successivamente, gli agenti della Ceka riuscirono a scoprire dove era nascosta una parte delle ricchezze dei Romanov e a confiscare, in tempi diversi, due dei tre pacchetti. Il loro contenuto: 197 cimeli per un totale di tre milioni di rubli, che furono in seguito spesi nell’acquisto di viveri per la Russia. Rimane il mistero su che fine abbia fatto il terzo pacchetto, che non è stato ancora ritrovato. Secondo alcune fonti, il capo della guardia reale Kobylinskij avrebbe consegnato il pacchetto, che conteneva una scatola con i gioielli dell’imperatrice e le spade e i pugnali della famiglia dell'imperatore, a Konstantin Pechakos, il quale a sua volta l’avrebbe portato a Omsk, la sua città natale. Questo episodio non sfuggì agli agenti della Ceka. Quando Konstantin Pechakos si rifiutò di rivelare alle autorità sovietiche il luogo in cui erano nascosti i gioielli della famiglia reale, lui e la moglie vennero interrogati e sottoposti a torture, ma il segreto non venne mai rivelato. Pechakos non negò di aver nascosto la scatola, ma siccome aveva dato la sua parola al colonnello, e quindi, al suo sovrano, non poteva venire meno al giuramento. La casa dei Pechakos è stata perlustrata varie volte, dalle fondamenta alla soffitta, ma non è mai stato rinvenuto nessun pacchetto. Che cosa cercare: una scatola con i gioielli dell’imperatrice Aleksandra Romanova e le spade e i pugnali di famiglia dell’imperatore Nikolaj Romanov Dove cercare: nella casa di Konstantin Pechakos, nella città di Omsk, in Siberia La corona di Emeljan Pugachev La corona di Emeljan Pugachev, il millantatore che si spacciava per il defunto zar Pietro III, nel Periodo dei Torbidi, non fa dormire sonni tranquilli ai moderni cacciatori di tesori. Secondo le leggende locali, la corona di Pugachev, un cimelio di rara bellezza, tempestato di diamanti, sarebbe stato sepolto dal capo dei contadini ribelli in una delle colline che circondano il villaggio di Pugachevskaja, nel distretto di Kotelnikovo, nella regione di Volgograd. È proprio con questa corona che Pugachev si spacciava per lo zar Pietro III, mentre si preparava alla marcia su Mosca. La rivolta di Pugachev interessò una vasta area, e fu accompagnata da vari saccheggi che colpirono i proprietari terrieri. Lungo il tragitto, Pugachev si lasciò indietro diversi tesori. Si narra inoltre che il suo esercito si dividesse spesso e che pertanto il ribelle cosacco dovesse, man mano che si spostava, ingaggiare continuamente nuovi soldati; pertanto, una parte dei tesori sarebbe stata utilizzata proprio per rinfoltire le fila del suo esercito. Che cosa cercare: una corona d'oro tempestata di diamanti Dove cercare: nel distretto di Kotelnikovo, nella regione di Volgograd

I tesori scomparsi della Russia

28 settembre 2012 Darya González, Russia Oggi In due puntate "Russia Oggi" pubblica la storia dei dodici cimeli più ricercati nella Federazione: dalle ricchezze della famiglia Romanov al bottino di Napoleone fino all’oro dell’ammiraglio Kolchak Tesori di Russia/1 Sono dodici i tesori russi nella lista dei cacciatori d'oro di tutto il mondo In Russia, la notizia del ritrovamento di un nuovo tesoro viene annunciata in media ogni sei mesi. Il vasto territorio della Federazione e la sua storia turbolenta, ricca di guerre e cambi di potere, ne sono la principale motivazione: la gente era solita nascondere i soldi sotto terra, tanto più che il sistema bancario in Russia è iniziato a svilupparsi molto più tardi che in Europa. In realtà, in Russia, questi tesori vengono rinvenuti con molta più frequenza di quanto si sappia, solo che i rapporti che intercorrono tra lo Stato e i cacciatori di tesori russi hanno indotto questi ultimi a non rivelare molto spesso le loro scoperte: secondo la legge, infatti, il tesoro andrebbe diviso in parti uguali tra il proprietario del terreno (in cui è stato ritrovato il cimelio) e colui che lo ha trovato. Qualora il tesoro contenga artefatti che sono considerati beni della cultura o della storia russa, la metà del loro valore va allo Stato, e del restante 50 per cento il cacciatore di tesori può aspirare, ancora una volta, solo alla metà. Inoltre, la procedura utilizzata per valutarne il valore non è delle più attendibili e alla fine il cercatore si trova sempre solo una piccola percentuale del valore effettivo del tesoro. Eppure, alcuni nascondono, e altri cercano, e non si parla solo di soldi. Il romanticismo storico affascina i cacciatori di tesori; essi sognano, un giorno, di poter trovare uno di quei famosi tesori nascosti e andati perduti che tutti cercano ma nessuno trova. La valigia d’oro La valigia, che i cacciatori di tesori sono soliti chiamare “d’oro”, era in realtà nera, e sui documenti ufficiali risulta registrata con il nome di “carico speciale numero 15”. Settanta monete d’argento del Ponto e del Bosforo, altre genovesi, bizantine, e turche, medaglie, targhette d'oro, gioielli antichi - questi e molti altri tesori risalenti ai secoli III-V a.C. furono ritrovati in una sepoltura gotica e consegnati al Museo Storico e Archeologico di Kerč, nel 1926. Andarono tutti persi, 15 anni più tardi, durante l'incursione tedesca in Crimea. Solo nel 1982, gli storici e i ricercatori scoprirono che la valigia era stata portata nel villaggio di Spokojnaja ed era finita nelle mani dei partigiani. Tutto ciò avvenne proprio mentre la zona era completamente circondata dai nazisti. Si pensa che i tedeschi fossero a conoscenza del carico di valore, ma anche così non riuscirono a impossessarsene. Attualmente, di tanto in tanto, i cacciatori fanno visita alla regione. Cercano sulle montagne e in prossimità del villaggio, dove un tempo stanziava l’esercito dei partigiani, ma per ora le loro ricerche non hanno dato risultati. Che cosa cercare: 719 cimeli antichi in oro e argento del peso totale di circa 80 kg Dove cercare: nel villaggio di Spokojnaja, distretto di Otradnaja, regione di Krasnodar Il tesoro della banca di Smolensk Nelle prime settimane della guerra, i tesori custoditi nella banca di Smolensk, che resisteva fieramente alle truppe di Hitler, furono spostati quasi all'ultimo momento. Secondo le fonti, agli inizi dell’agosto del 1941 un convoglio di otto camion fu inviato a Vjazma (a circa 170 km a est in direzione di Mosca), ma nel guado di Solovevo vi fu un pesante bombardamento. Solo cinque veicoli riuscirono ad arrivare nella vicina Otnosovo, per poi sparire nel nulla (Vjazma si trovava solo a 20 km più a Est, ma era praticamente già caduta nelle mani dei tedeschi). Sebbene non si sappia con esattezza che cosa contenessero i camion, è probabile che si trattasse proprio delle fortune custodite nella banca di Smolensk. Forse le persone al comando del convoglio, di fronte all’impossibilità di portare i tesori della banca intatti a destinazione, decisero di bruciare le banconote e di seppellire l’oro e l’argento da qualche parte. A prova di ciò vi è il fatto che, dopo la guerra, in un villaggio vicino a Otnosovo, furono ritrovate diverse monete d’argento del 1924 - monete che erano uscite dalla circolazione prima della guerra. Ciononostante, rimane ancora sconosciuto il luogo in cui si trovi l’intero tesoro. Che cosa cercare: monete d'argento del XX secolo e lingotti d'oro Dove cercare: nella regione di Smolensk, nel villaggio di Otnosovo L’oro dell’ammiraglio Kolchak L’oro dell’ammiraglio Kolchak è uno dei cimeli della storia russa più ambiti dai ricercatori di tesori. Per questo motivo, non vi è da stupirsi se esistono diverse versioni e testimonianze circa il luogo in cui sia stato nascosto. Con certezza si sa solo che l'ammiraglio Aleksandr Vasilevich Kolchak fu proclamato Capo Supremo dello Stato russo nel 1918 a Omsk, e che, per rafforzare la sua autorità dinanzi ai bolscevichi, l’Armata Bianca fu incaricata di trasportare nella città siberiana gran parte delle riserve d'oro russe da Kazan (dove erano state evacuate all'inizio della Prima Guerra Mondiale). Il valore complessivo delle riserve, dopo i controlli eseguiti dalla filiale della Banca di Stato a Omsk, era pari a 650 milioni di rubli. Nel 1921, dopo la sconfitta di Kolchak, l’oro fu restituito allo Stato e si scoprì che il numero di lingotti era diminuito: il loro valore complessivo era di soli 400 milioni di rubli. Si ignorano le sorti dei restanti 250 milioni di rubli d'oro imperiali. Secondo la testimonianza del soldato estone, Karl Purrok, che servì nel reggimento siberiano dell’armata di Kolčak, l’oro fu scaricato nella stazione di Tajga, non lontano da Kemerovo, e sepolto. Agli inizi del 1941, l'Nkvd convocò Purrok dall'Estonia affinché aiutasse i ricercatori nelle spedizioni siberiane. Nonostante i diversi e intensivi scavi, i ricercatori non riuscirono a rinvenire nulla. Che cosa cercare: lingotti d’oro Dove cercare: Omsk, regione di Omsk, regione di Kemerovo, villaggio di Tajga Il tesoro di Lenka Panteleev Il ladro di San Pietroburgo, Lenka Panteleev, è diventato famoso per aver organizzato, nel novembre del 1922, l’unica evasione riuscita nella storia della prigione di Kresty. Una volta evaso, Lenka decise di rimettersi subito all’opera per poi fuggire all’estero. Nel giro di due mesi, commise circa 35 incursioni armate, macchiandosi anche di diversi omicidi e impossessandosi degli oggetti preziosi delle sue vittime: denaro, collane, bracciali, orecchini, anelli e altri oggetti di valore di piccole dimensioni. Tuttavia, Lenka non riuscì a lasciare il Paese. Nella notte del 12 febbraio del 1923, fu rintracciato dalla polizia e ucciso durante l'arresto. Sfortunatamente, la ricchezza accumulata da Panteleev non è stata mai ritrovata. I cercatori di tesori di San Pietroburgo continuano a cercarla tuttora nei numerosi passaggi sotterranei della città. Di tanto in tanto si imbattono nella refurtiva di qualche ladro, con tanto di armi, chiavi e altri attrezzi del mestiere, ma il “Gran Premio” non è ancora stato ritrovato. Che cosa cercare: monete d'oro, gioielli Dove cercare: a San Pietroburgo; negli scantinanti del monastero di Aleksandr Nevskij, nelle catacombe Ligovskie e in altri sotterranei nel centro della città ricchezze della famiglia Romanov al bottino di Napoleone fino all’oro dell’ammiraglio Kolchak L’oro della motonave “Varjagin” Il piroscafo “Varjagin”, sotto il comando del capitano Ovchinnikov e di proprietà del mercante Alexei Semenovich, affondò nel golfo dell’Ussuri il 7 ottobre del 1906. L’imbarcazione si inabissò quasi immediatamente; riuscirono a salvarsi solo quindici persone, tra cui il capitano. In seguito all’incidente, un legale del Varjagin chiese al governatore generale locale, “alla luce delle circostanze eccezionali”, di risarcire quanto veniva trasportato sulla nave con 60 mila rubli in oro e un certo “carico particolarmente prezioso”. Il governatore si rifiutò, ma nel 1913 il capitano stesso, Ovchinnikov, decise di organizzare una spedizione per il recupero dell’imbarcazione. La nave fu localizzata, ma ci si rese subito conto che per portare a termine le operazioni erano necessarie maggiori risorse e denaro. La seconda spedizione fu rimandata a causa del mare in tempesta, poi ebbe inizio la Prima Guerra Mondiale e in seguito la Rivoluzione. Al che, dopo la prima spedizione fallimentare del capitano Ovchinnikov, non vennero intraprese altre operazioni di recupero del relitto. Che cosa cercare: monete d’oro Dove cercare: Vladivostok, golfo dell’Ussuri, tra lo sbocco delle Tre Pietre (Trech Kamnej), il monte Vargli e la baia di Sukhodol La fortuna del conte Rostopcin La tenuta di Voronovo a 37 chilometri da Mosca, durante la guerra del 1812, apparteneva al conte Rostopcin, governatore generale di Mosca. Il conte fu in grado di trasformare il podere in qualcosa che i suoi contemporanei chiamavano la “piccola Versailles”. Rostopcin fece arrivare dalle maggiori capitali europee statue di marmo, vasi antichi e opere d'arte. Con la caduta di Mosca nelle mani delle truppe napoleoniche, Rostopcin decise, nel corso della ritirata, di incendiare il palazzo con tutte le sue inestimabili ricchezze all’interno. Tuttavia, i contemporanei evidenziano lo strano comportamento tenuto dal generale negli ultimi giorni della resistenza: Rostopcin era famoso per la sua ospitalità, eppure in quei giorni non invitò nella tenuta nessun membro del quartier generale, che si trovava, tra le altre cose, proprio in prossimità della villa. È sospettoso anche il fatto che il conte non abbia nemmeno cercato di salvare nessun oggetto prezioso dalle fiamme con l’aiuto della servitù e dei contadini; anzi fu lui in persona ad appiccare il fuoco e durante l’incendio scomparvero anche quei cimeli che non potevano in alcun modo bruciare, come ad esempio le statue di marmo. Alla fine, la verità sull’accaduto emerse nel 1983, quando i restauratori trovarono nel podere un lungo passaggio sotterraneo, alto poco più di due metri. I restauratori non furono in grado di percorrerlo in profondità visto il pessimo stato delle arcate e decisero pertanto di richiuderlo “al fine di evitare incidenti”. Nessuno mette in dubbio l’esistenza dei cunicoli di Voronovo, ma fino ad ora non sono state condotte alte ricerche accurate. Che cosa cercare: vasi di porcellana, oggetti in argento e bronzo, dipinti, arazzi Dove cercare: nei pressi della casa di cura “Voronovo”, al 61esimo km sull’autostrada che porta a Kaluga, a 37 km dall’Anello Viario

giovedì 1 novembre 2012

Antiche monete trovate in Inghilterra

Armato di un metal detector per dilettanti, per la prima volta in Gran Bretagna,un cacciatore di tesori ha scoperto un tesoro di epoca romana monete d'oro che gli esperti ritengono rappresenta una delle più grandi scoperte nella storia d'Inghilterra. Il lotto di monete - solidi romani risalente al 4 ° secolo - è stimato per un valore di £ 100.000, o circa $ 160.000 dollari USA. Secondo il quotidiano Helmel Gazette, l'uomo - il cui nome non è stato reso pubblico - come riferito ha comprato un metal detector per principianti da un negozio nel Berkhamsted, Hertfordshire. Poche settimane dopo, l'uomo tornò al negozio, ha mostrato i negozianti 40 monete d'oro, e ha chiesto loro: "Che cosa devo fare con questi?" I proprietari del negozio, David Sewell e Mark Becher, sono rimasti senza parole. Hanno detto al novizio cacciatore di tesori a notificare alle autorità della sua scoperta, aggiunge il giornale. Quando ha ottenuto le necessarie autorizzazioni, Sewell, Becher e altri sono tornati con l'uomo dove le monete sono state trovate. "Siamo andati con loro e ha preso con noi un paio di macchine un po 'più potenti e abbiamo tirato 119 monete in più dalla terra", Sewell ha detto al quotidiano Daily Mail. "Si tratta di oro 22 carati, non hanno avuto alcun danno e sono venuti fuori dal terreno di ricerca come il giorno sono state fatte". Ha poi aggiunto: "Ho trovato i pezzi ma niente come questo. Ho immensa soddisfazione che il ragazzo è venuto da noi e ha comprato la macchina da noi, ma sarei un bugiardo se dicessi che non vorrei che fossi stato io. " La moneta solidus risale agli ultimi anni del IV secolo. Di norma, sono stati sepolti in sacrificio agli dei, quando il proprietario era in corso un viaggio o in tempo di guerra, ha detto David Thorold, curatore presso il Museo di Verulamium St. Albans ', secondo l'Associated Press. Il governo locale ha detto che le monete sono state trovate su un terreno privato. Gli esperti del British Museum esaminerà il raggio per determinare il suo valore finale. A seconda della loro parere, il cacciatore di tesori dilettante potrebbe ottenere almeno una parte dei proventi, rapporti detto.

RELITTI E TESORI DI FOLCO QUILICI

Edizioni Mondadori, Aug 28, 2012 "Nell'arco di oltre cinquant'anni sono stato testimone del passaggio dalla ricerca dilettantesca di reperti conservati dal mare allo sviluppo di una ricerca sistematica, sempre più perfezionata, sia come tecnica sia come impostazione scientifica." Folco Quilici ha iniziato a immergersi quando era ragazzo, con l'ausilio di un residuato di guerra, un autorespiratore a ossigeno che gli ha permesso di perlustrare e fotografare i fondali in anni in cui erano davvero in pochi a interessarsi al mondo sommerso. Da allora, l'archeologia subacquea, oggi vera e propria disciplina scientifica, ha permesso non solo di aggiungere importanti pagine alla Storia, dai tempi antichi ai giorni nostri, ma anche di portare alla luce vicende degne dei migliori romanzi d'avventura. Se non ci stupisce, infatti, sapere che in fondo al mare, lungo le tratte tra il Centroamerica e la Spagna, giace un tesoro dal valore inestimabile, ricchezze di Aztechi, Maya e Incas razziate dai galeoni spagnoli e portoghesi in epoca moderna, o carichi di navi pirata vittime di tempeste, più curiosa è la vicenda del treno scomparso tra i ghiacci del lago Bajkal all'inizio del secolo scorso, sulla transiberiana: la carrozza blindata conteneva migliaia di rubli d'oro spediti dallo zar per convincere i generali coreani a schierarsi contro i giapponesi. A questa immensa ricchezza si contrappone, però, un'altissima presenza di inquinanti sparsi in tutto il mondo. Solo nei fondali dell'Atlantico colarono a picco decine di navi cariche di rifornimenti, sostanze deperibili e in parte tossiche, colpite dagli U-Boot tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Per non parlare della nave americana pronta a scatenare una guerra chimica in caso di un colpo di coda da parte dell'esercito tedesco nel 1943, affondata al largo della costa pugliese. Ma anche la semplice ruggine e le vernici mettono a serio rischio la salute della fauna e, non ultimo, la nostra, inserendosi nella catena alimentare attraverso la pesca scellerata in zone ritenute altamente inquinate. Folco Quilici, esploratore infaticabile e divulgatore d'eccezione, ci porta alla scoperta, anche attraverso le splendide immagini che accompagnano queste pagine, dei tanti relitti disseminati nei fondali di tutto il mondo, parlandoci del mare e della sua storia, con una preoccupazione crescente per il suo stato di salute che chi ama il mondo sommerso non potrà che condividere.